Le mafie sono forti e radicate al Nord, cresce l'area grigia

Nel 2018 la Lombardia è al primo posto in questo senso, al terzo il Lazio, poi l’Emilia Romagna. «Serve una presa di posizione contro una micro cultura mafiosa: la mancanza di allarme sociale al nord, ha portato ad anestetizzare la coscienza collettiva nei confronti delle mafie. Il caso dell’Emilia è emblematico di questa sottovalutazione. Una serie di connotazioni non possono essere banalizzate o edulcorate». «Dai primi anni '90 gli scioglimenti degli enti locali hanno passato i 500 comuni con 60 sciolti più volte, la gran parte in Calabria (170), poi Campania e Sicilia (120); 3 in Piemonte, uno in Liguria, uno in Lombardia, uno in Emilia Romagna.
I tentativi di infiltrazione della criminalità hanno coinvolto quasi tutto il territorio nazionale: sono stati 456 i provvedimenti interdittivi nel 2018 oltre 70% nel mezzogiorno, il 20% al nord e il 33% al centro. Ai primi posti vi sono la Calabria, la Sicilia e la Lombardia. Nel 2019 i provvedimenti interdittivi sono aumentati: sono 480, avendo sempre in testa le stesse regioni. «Nelle regioni di elezione la presenza mafiosa punta al controllo del territorio attingendo ad un vivaio di giovani leve, nei confronti dei quali si propone come alternativa allo stato offrendo assistenza e welfare. Diverso l’approccio al centro nord dove la prospettiva della massimizzazione del profitto diventa più completa», ha detto Governale.
«E' necessario convincere l’Europa che bisogna inserire la lotta alla criminalità organizzata tra le priorità": ha continuato Giuseppe Governale, spiegando che i Paesi europei non vedono la priorità di questa lotta con riferimento alle organizzazioni criminali più generali e vaste, ma si concentrano a combattere i singoli fenomeni, come droga e frodi. «Le misure di prevenzione personale e patrimoniale puntano all’aggressione dei patrimoni che è quello che più temono i mafiosi. Nel 2018 e fino al 31 ottobre 2019 sono state 83 le proposte avanzate dal direttore della Dia, più 40 inoltrate su delega attività giudiziaria; in totale più di 120 proposte di misure di prevenzione patrimoniale avanzate nei confronti di mafiosi o di prestanome», ha concluso Giuseppe Governale. Contemporaneamente la Dia ha sequestrato un totale di 1,7 miliardi di euro e confiscato beni per 2,7 miliardi. A questo si aggiungono i patrimoni colpiti a seguito di procedimento penale per un totale di 840 milioni come sequestri e 45 milioni come confisca. Dal 1992 la Dia ha sequestrato patrimoni per oltre 24 miliardi e confische per 11 miliardi per oltre 10.500 mila persone arrestate.
«Mentre prima era facile individuare una tipologia di soggetti che potevano essere il tramite attraverso cui la mafia tentava di verificare la permeabilità dell’amministrazione pubblica, adesso questa varietà di soggetti è mutata, vanta sempre più colletti bianchi con studi molto raffinati alle spalle, e non è detto che debbano avere una tradizione familiare riconducibile a Cosa nostra», ha detto a Palermo Nicola Morra, il presidente della commissione nazionale Antimafia. In merito alle audizioni svolte oggi in prefettura, Morra ha detto che «non sono state sottolineate carenze in termini quantitativi della macchina investigativa, ma la necessità di elaborare una risposta qualitativa alle trasformazioni del fenomeno criminale. Perchè accanto a Cosa nostra, che continua a reiterare pratiche tradizionali facilmente individuabili, c'è anche una nuova fenomenologia criminale riconducibile a soggetti che provengono dalla tradizione mafiosa, ma che operano rinnegando le stesse regole e pertanto sono sempre più difficili da individuare. Tutto questo spiega ancora di più la difficoltà nel leggere i tentativi di infiltrazione nelle amministrazioni pubbliche».
Le nuove mafie prosperano con business senza confini
In attesa della nuova classe dirigente per la rinascita del Paese
School Experience: il festival itinerante chiude alla Zisa di Palermo
E' bello riappropriarsi della piazza per gridare libertà
Si chiamava Piersanti, era presidente della Regione e antimafioso
Dalla forza del male la forza del cambiamento
La White Economy e i profitti sociali della sanità
"La tempesta" illumina De Fusco con Eros Pagni e Gaia Aprea
Cittadinanza di Palermo a Nasrin Sotoudeh, paladina delle donne
Mafia, massoneria, spazzolino: Antonio Giaimo, periodista

Chi siamo
Archivio
Contatti
Centro di Studi ed Iniziative Culturali
Pio La Torre Onlus
Via Umberto Boccioni, 206
90146 Palermo
Telefono-Fax +39 091 348 766
info@piolatorre.it
C.F. 93005220814
Privacy Policy | Cookie Policy